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Dall’Oasi della Bruschera : Il giorno dei Falchi
Inviato da alvinio il 2013/10/05 (1490 letture)

Dopo un buon piatto di pasta alla carbonara un giro all'Oasi, prima che riprenda a piovere, ci stà bene.

Il primo incontro è fugace ma sufficiente per riconoscere una femmina di Falco di Palude che poi rivedrò più volte volare sui canneti del bacino di fitodecantazione: è la prima volta che mi capita in autunno. Di solito il Signore dei canneti lo si vede, spesso in coppia, per quasi tutta la primavera e poi sparisce; oggi è forse di passo per il ritorno in Africa e si concede una breve sosta all'Autogrill dell'Oasi.

Un tiepido barlume di sole richiama ancora qualche Tartaruga dalle orecchie rosse sui tronchi galleggianti mentre le sassaie, scoperte dal basso livello del Lago, accolgono sempre più Cormorani.

Poco più avanti è un Lodolaio a sfrecciare a caccia di insetti, caccia che nel giro di una ventina di minuti, condivide con altri tre, forse quattro, esemplari. Uno mi passa talmente vicino da poter distinguere, col binocolo, che la preda tenuta tra gli artigli è una libellula.

Mentre li osservo, in lontananza, altre due sagome di rapaci (dalla sagoma probabilmente Sparvieri) tracciano il cielo grigio che comincia a rilasciare qualche goccia.

Tornando verso casa, in bici come al solito, sulle ex vasche della Magnesia, un Picchio Verde mi taglia la strada: speriamo sia di buon auspicio per poterlo aggiungere alle "prede fotografiche".

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Dall’Oasi della Bruschera : Autunno
Inviato da alvinio il 2013/09/30 (977 letture)

"Agile ed elegante, rapide accelerazioni e veloci scivolate", come da guida del birdwatcher, un giovane Falco Lodolaio si fa riconoscere in volo tra gli alberi a bordo lago. Una breve sosta su un ramo secco e poi di nuovo via saettante tra le fronde ancora verdi. Dopo qualche minuto si ripresenta beccando qualcosa tenuto tra le zampe, qualcosa che lascerà poi cadere tra i canneti.

Sotto un cielo grigio e in un silenzio quasi irreale, è quanto ho raccolto oggi pomeriggio all'Oasi mentre, con il livello del lago ancora basso, riesco a camminare, con gli stivali, sulla riva, oltre il canneto, verso il Motto della Forca.

I migranti se ne sono andati tutti a svernare altrove mentre ritornano i Cormorani che, dopo essersi immersi per nutrirsi, posati sulle sassaie, aprono le ali per asciugarle. Qualche Airone Cenerino sonnecchia in Cantùn.

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Dall’Oasi della Bruschera : Buone nuove sull'Assiolo!
Inviato da alvinio il 2013/08/04 (1660 letture)

Dopo molte incertezze sulla possibilità che anche quest'anno l'Assiolo abbia potuto nidificare all'Oasi, posso ora dare la notizia positiva suffragata dalla nascita di almeno due piccoli dei quali trovate le foto nella Gallery. Un ex nido di Picchio, in un tronco di Salice appena sopra un nido di Rampichino, è stato  utilizzato per la covata 2013; una covata che a causa della strana e fredda primavera si è conclusa più tardi del solito, così come per quelle di altre specie. La scorsa settimana i piccoli hanno lasciato il nido. Arrivederci, speriamo, al prossimo anno.

 

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Dall’Oasi della Bruschera : Dopo la tempesta
Inviato da alvinio il 2013/07/13 (1136 letture)

Sotto un cielo grigio e con un tasso di umidità altissimo, cinque Nitticore sorvolano l’Oasi ripetendo il loro cupo verso quasi a censire i danni provocati dal nubifragio dello scorso mercoledì. Una candida Garzetta dall’alto di un Pioppo sembra invece fare un censimento statico.

Il carico di acqua e grandine associato al forte vento ha duramente colpito anche la zona dell’Oasi; Pioppi e Salici in particolare, ma anche Ontani, Frassini e Querce, hanno ceduto alla forza degli elementi lasciando sul terreno una notevole quantità di rami ma anche piegandosi o cedendo del tutto, sradicandosi o troncandosi a una certa altezza. I percorsi classici di visita all’Oasi sono oggi ancora ingombri della vegetazione colpita. Solo il canneto non sembra avere sofferto più di tanto.

 La vita della fauna continua; le Tartarughe dalle orecchie rosse hanno ora qualche tronco galleggiante in più sul quale riscaldarsi al sole in compagnia mentre gli Svassi nutrono ancora i piccoli che pigolano di continuo.

Le Folaghe, così come i Germani reali, escono dal canneto con i piccoli della seconda covata; la coppia di Germani che ha preso casa al "primo piano" è invece ancora in cova.

Sulle cime degli alberi le Cornacchie grigie insidiano i giovani Nibbi bruni, almeno due sono i novelli di quest’anno, pronte ad agire in gruppo e rubar loro le prede.

Dei tre "eredi" di Cigno reale ne è sopravvissuto uno solo ed è guardato a vista dagli adulti.

Le More di rovo si arrossano e qualcuna è già commestibile così come le Prugne selvatiche.

Le Gazze a terra, come mi ha insegnato mia zia, "marcano" pioggia su di un lago che ancora non scende di livello.

Così ha voluto il Regista Natura, anche ad Angera.

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Dall’Oasi della Bruschera : Il regno è delle zanzare
Inviato da alvinio il 2013/06/06 (1289 letture)

Si, le due recenti esondazioni e l'attuale livello delle acque del lago che ancora stenta a diminuire, hanno permesso, con queste calde giornate, una prolificazione esagerata di zanzare.

Un giretto questa sera prima del tramonto mi ha permesso di osservare, per me è la prima volta, un maschio di Fistione turco che si tuffava ripetutamente presso la riva.

Più al largo, in Cantùn, molti Svassi e tre maschi di Moretta riposano tranquilli. Nel nido del Cigno, mentre la femmina si fa toilette, si riesce a scorgere qualche uovo grigio-azzurro.

I piccoli del Picchi Rosso minore hanno già lasciato il nido mentre un giovane di Rosso maggiore, con sonora insistenza, chiede di essere ancora imboccato e il "papà" lo accontenta a intervalli regolari.

Al sonoro della zona contribuiscono in modo considerevole vari Cannareccioni dall'alto delle Canne di palude.

 

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