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Angeranatura : Primavera non bussa...
Inviato da alvinio il 2014/03/23 (1283 letture)

....lei entra sicura, dice il grande De Andrè in una sua canzone. Così ha fatto anche quest'anno, ma dopo un annuncio alla grande, si è presentata con un testacoda rovesciando acqua, neve a basse quote, vento e freddo. 

Il forte vento di stamane ha decimato i giovani germogli, di Quercia quello nella foto, che stavano già inverdendo il bosco. 

All'Oasi cattiva accoglienza per un Nibbio bruno che, appena arrivato dall'Africa, oltre che con il pessimo clima, se la deve vedere anche con le noiose Cornacchie grigie che, sia quando posato sia in volo, non lo lasciano in pace. Solo l'arrivo di una Poiana le distrae dandogli un attimo di tregua.

Tranquillamente, invece, un Falco di palude veleggia sul canneto del Cantùn ai bordi del quale gli Svassi maggiori iniziano i loro rituali di corteggiamento.

Vi ricordate quella foto della coppia di Germani reali che lo scorso anno hanno nidificato "al primo piano"? Ebbene una coppia ci sta riprovando nello stesso "monolocale"; chissà se riuscirò a riprendere i giovani quando saranno portati in acqua...

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Angeranatura : Auguri!
Inviato da alvinio il 2013/12/22 (1543 letture)

Auguri a tutti per un sereno Natale e un felice Anno nuovo!

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Dall’Oasi della Bruschera : Vedere e non toccare...
Inviato da alvinio il 2013/11/03 (1638 letture)

"Vedere e non toccare è una cosa da imparare", mi dicevano da piccolo; dopo l'esperienza di stamane io dico che anche "Sentire e non vedere" è una cosa da imparare.

L'esperienza di stamane è quella di un transetto al seguito di Walter e Fabio, amici del Gruppo Insubrico di Ornitologia .

Il transetto è una tecnica di censimento delle specie e del numero di esemplari di avifauna presenti in un determinato territorio; nel caso specifico di stamane la ZPS (Zona di Protezione Speciale della Direttiva Europea "Uccelli") Canneti del Lago Maggiore, SIC (Sito di Interesse Comunitario) Palude Bruschera nella quale vi è l'Oasi.

Consiste nel percorrere, in un'ora, un tratto di circa un km in perfetto silenzio e ascoltando anche il più flebile verso o canto dal quale, con infinita esperienza, si riesce a identificare la specie di uccello che lo ha generato. Chiaramente servono carta, penna e anche un binocolo per le conferme, gli avvistamenti e i conteggi.

Per un appassionato di fotografia, sentire e non vedere è una vera sofferenza, ma riconoscere le specie dal canto è di grande aiuto per poi passare alla parte di caccia fotografica. Chiaramente valgono anche gli avvistamenti visivi e sono proprio alcuni di questi dei quali scrivo.

Il primo è quello di un Tarabuso che, in volo, da bordo lago è poi sceso nel folto del canneto; il Tarabuso è uno degli uccelli "rari" e vederlo in volo lo è ancora di più.

Altro avvistamento, seguendone il canto, è quello di un Picchio muratore sul tronco di una Quercia, lui predilige gli alberi di alto fusto, nella zona del Campeggio; il mio primo e unico avvistamento risale al 2001 nei boschi della Quassa.

Ma l'emozione più grande, e non solo per me, è stato seguire per alcuni minuti uno stormo di 54 Gru che, in formazione dopo essersi annunciate con il loro tipico nasale "cruuck, cruuck ...cruui... cruui" , ci hanno sorvolato nei pressi della Cascina Paietta in direzione SO. Gli avvistamenti di Gru, hanno detto Walter e Fabio, sono stati numerosissimi in questi ultimi giorni e il nostro vi si aggiunge.

A transetti finiti, i percorsi nella nostra zona sono due e sono ripetuti ogni quindici giorni, altre due particolari osservazioni.

Una, negativa, è quella di un Airone Bianco maggiore trovato morto, speriamo in modo naturale, nei bacini di fitodecantazione; l'altra è quella di tre Pendolini visti molto da vicino nel canneto sotto le Vasche della Magnesia.

Stamane non avevo la macchina fotografica e quindi dovete credermi, come per altre notizie, solo sulla parola.

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Dall’Oasi della Bruschera : Il giorno dei Falchi
Inviato da alvinio il 2013/10/05 (1493 letture)

Dopo un buon piatto di pasta alla carbonara un giro all'Oasi, prima che riprenda a piovere, ci stà bene.

Il primo incontro è fugace ma sufficiente per riconoscere una femmina di Falco di Palude che poi rivedrò più volte volare sui canneti del bacino di fitodecantazione: è la prima volta che mi capita in autunno. Di solito il Signore dei canneti lo si vede, spesso in coppia, per quasi tutta la primavera e poi sparisce; oggi è forse di passo per il ritorno in Africa e si concede una breve sosta all'Autogrill dell'Oasi.

Un tiepido barlume di sole richiama ancora qualche Tartaruga dalle orecchie rosse sui tronchi galleggianti mentre le sassaie, scoperte dal basso livello del Lago, accolgono sempre più Cormorani.

Poco più avanti è un Lodolaio a sfrecciare a caccia di insetti, caccia che nel giro di una ventina di minuti, condivide con altri tre, forse quattro, esemplari. Uno mi passa talmente vicino da poter distinguere, col binocolo, che la preda tenuta tra gli artigli è una libellula.

Mentre li osservo, in lontananza, altre due sagome di rapaci (dalla sagoma probabilmente Sparvieri) tracciano il cielo grigio che comincia a rilasciare qualche goccia.

Tornando verso casa, in bici come al solito, sulle ex vasche della Magnesia, un Picchio Verde mi taglia la strada: speriamo sia di buon auspicio per poterlo aggiungere alle "prede fotografiche".

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Dall’Oasi della Bruschera : Autunno
Inviato da alvinio il 2013/09/30 (980 letture)

"Agile ed elegante, rapide accelerazioni e veloci scivolate", come da guida del birdwatcher, un giovane Falco Lodolaio si fa riconoscere in volo tra gli alberi a bordo lago. Una breve sosta su un ramo secco e poi di nuovo via saettante tra le fronde ancora verdi. Dopo qualche minuto si ripresenta beccando qualcosa tenuto tra le zampe, qualcosa che lascerà poi cadere tra i canneti.

Sotto un cielo grigio e in un silenzio quasi irreale, è quanto ho raccolto oggi pomeriggio all'Oasi mentre, con il livello del lago ancora basso, riesco a camminare, con gli stivali, sulla riva, oltre il canneto, verso il Motto della Forca.

I migranti se ne sono andati tutti a svernare altrove mentre ritornano i Cormorani che, dopo essersi immersi per nutrirsi, posati sulle sassaie, aprono le ali per asciugarle. Qualche Airone Cenerino sonnecchia in Cantùn.

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